I boschi del territorio di Bentivoglio
Il Comune di Bentivoglio possiede diversi terreni sui quali da più di 20 anni sono in corso interventi di rimboschimento. Nelle aree con impianto meno recente i rimboschimenti hanno già assunto l’aspetto di veri e propri boschi di pianura: i boschi planiziali.
La regione geografica di riferimento per il territorio di Bentivoglio è quella padana, con clima prevalentemente continentale che vuol dire inverni freddi ed estati calde e umide, con le precipitazioni massime nei mesi di novembre e aprile-maggio.
Nelle zone di crescita dei boschi di Bentivoglio, i terreni sono profondi e di origine alluvionale con depositi, antichi e recenti, portati dai tanti corsi d’acqua che solcano la pianura e che un tempo non erano arginati, potendo così spagliare le acque cariche di sedimento durante le piene.
Queste condizioni rappresentano l’ideale per lo sviluppo di boschi dominati dalla quercia caratteristica delle zone continentali e delle grandi pianure europee: la farnia.
Alla farnia, nei boschi originari, al termine del processo evolutivo, si affiancava il carpino bianco anch’esso dominante, le due specie associate conferiscono il nome a questi boschi, definiti tecnicamente querco-carpineti (boschi di quercia e carpino). A queste specie che prevalevano nella volta arborea, la parte più alta del bosco, si univano in minor misura altri alberi come il ciliegio selvatico, l’acero campestre e le due specie di tigli: il tiglio selvatico e il tiglio nostrano, distribuiti in base al grado di umidità del terreno, meno esigente il primo rispetto al secondo che necessità anche di temperature più fresche d’estate.
Le condizioni del querco-carpineto rappresentano il risultato finale di una lunga evoluzione del bosco che solitamente parte dallo sviluppo dei primi alberi pionieri che crescono in prossimità di aree allagate con terreni ricchi di umidità: i salici ed i pioppi. Queste specie sono pioniere di terreni privi di alberi e rappresentano lo stadio giovanile del bosco, dando origine alle prime condizioni per l’affermarsi di altre specie caratteristiche delle fasi successive. Nei boschi più maturi di salici e pioppi, cominciano a crescere alberi di frassino, della specie tipica delle zone di pianura: il frassino ossifillo o meridionale. A quest’ultimo lentamente si affiancano le prime farnie e, dove il terreno comincia ad essere ricco di sostanza organica (humus) e svincolato da ristagni d’acqua ed eccesiva umidità, per ultimo arriva carpino bianco, la specie con maggiori esigenze ecologiche e di microclima forestale. Il querco-carpineto rappresenta la fase di evoluzione più avanzata del bosco che tecnicamente prende il nome di condizione climax.
Tutte queste specie di alberi sono solitamente utilizzate nell’impianto dei rimboschimenti artificiali, in quanto originarie della regione geografica di riferimento e perché danno la migliore garanzia di attecchimento, ottimo sviluppo e notevole capacità di diffusione e di originare, di conseguenza, le piantine del rinnovo forestale, che sono la forza rigenerativa del bosco ed assicurano il suo futuro.
Le singole aree boschive del territorio comunale e le loro caratteristiche naturali sono descritte nei box specifici in fondo a questa pagina.
Approfondimenti:
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